Festa di Maria Santissima del Soccorso

Sciacca AG

lunedì 02 febbraio 2026

Sciacca ogni anno, e da quattro secoli, rinnova il proprio atto di gratitudine e di devozione nei confronti di Maria Santissima del Soccorso, elevata a protettrice della Città, liberata dalla peste che nel 1600 colpì la Sicilia. Un popolo di fedeli prega e rende grazie.

Nella biblioteca comunale “Aurelio Cassar”, troviamo due libri. Il primo volume si intitola La chiesa Madre di Sciacca e il culto della Madonna del Soccorso e porta la firma dello storico Alberto Scaturro; il secondo volume, La devozione alla Madonna del Soccorso, è dell’arciprete Andrea Falanga.

“Il primo febbraio è per Sciacca il giorno del Voto, ricorrenza religiosa memorabile in cui ogni anno i cittadini fanno memoria dell’evento miracoloso della liberazione. Fin dalle prime luci del mattino la Chiesa Madre accoglie centinaia di devoti provenienti dalla Chiesa di Sant’Agostino da dove, per tradizione, ha inizio il Voto. La giornata è preparata da un Ottavario solenne, dal 25 gennaio al primo febbraio, al quale partecipa una grande folla che sosta in preghiera, recita il Rosario e chiede grazie particolari. Il momento culminante è la partecipazione della cittadinanza alla processione eucaristica di mezzogiorno, che si muove da Sant’Agostino verso la Chiesa Madre dove si rinnova, in forma pubblica e solenne, la promessa del 1626″.

“È questo il significato, il vero spirito del Voto: un popolo credente e orante che vuole riaffermare e tramandare la riconoscenza e l’attaccamento alla sua celeste Patrona, esternandogli con un atto pubblico di fede nella presenza del suo Figlio Gesù nell’Eucaristia. Molti partecipano a piedi scalzi alla processione, o portando un cero votivo. Il Sindaco, a nome dei cittadini, rinnova il giuramento e l’offerta del 1626”.

Il 2 febbraio è giornata di festa.

“Il suono mattutino delle campane della Chiesa Madre annunzia alla città il giorno della Festa. Nel pomeriggio, più di 100 giovani pescatori, a piedi nudi e con maglietta blu mare, corrono a disputarsi un posto sotto le robuste travi, lunghe più di 10 metri, che sostengono la grande ‘Vara’. Alle ore 17, al segnale dell’arciprete, il presidente della Cooperativa dei pescatori sale sulla Vara e con un ampio gesto, a braccia larghe, comanda ai capibarca e ai timonieri di dare il via alla processione. Un grido possente prorompe dai petti dei portatori: ‘E ghittamu na vuci: viva, viva Maria!’”